
(di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Il Paziente Zero, ormai è chiaro, non lo troveremo mai. Ma per l’Impaziente Zero c’è solo l’imbarazzo della scelta. Stormi di menagramo appollaiati sui cornicioni di Palazzo Chigi attendevano da mesi l’uscita del feretro di Giuseppe Conte, il noto pirla capitato lì per caso e destinato a morte sicura per unanime decisione dei commentatori che la sanno lunga. Restava solo da stabilire chi avrebbe premuto il grilletto, ma i candidati al ruolo di killer erano legione. L’uno valeva l’altro. Poteva essere il mitico ministro della Giustizia Usa, autore del leggendario Rapporto Barr di imminente pubblicazione destinato a smascherare le trame del premier con i Servizi per passare segreti di Stato a Trump in cambio del celebre tweet pro “Giuseppi”. Poi purtroppo è andata com’è andata: Barr non ha sbugiardato nessuno e l’unica cosa che ha rischiato di uscire non è il Rapporto…
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